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25/10/2013 - Intervento del Procuratore Generale di Cagliari in occasione della Giornata Europea per la Giustizia Civile
Anche quest’anno il Consiglio Superiore della Magistratura, seguendo le linee della nota delibera del 2003 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e della Commissione Europea, ha disposto che i dirigenti degli Uffici Giudiziari dedicassero nella data odierna uno spazio per la celebrazione della “GIORNATA EUROPEA DELLA GIUSTIZIA CIVILE”.

Si rinnova così, per la decima, o forse per l’undicesima volta, una iniziativa, che ha come scopo e come obbiettivo quello di informare adeguatamente i cittadini sui loro diritti e sulle modalità di funzionamento della giustizia civile, così contribuendo ad avvicinarli alla giustizia … a quella giustizia che parrebbe tanto distante da essi … e quindi a migliorare l’accesso al servizio giudiziario.

Nel corso dei precedenti incontri, spinto dall’amarezza di una crisi che pareva irrisolvibile, effettuai un intervento che definiì di rottura, asserendo testualmente che mi pareva improprio, date le contingenze, dedicare una giornata alla celebrazione della Giustizia Civile, laddove sarebbe stato più consono e più appropriato riunirsi per celebrare il funerale di una Giustizia, giunta ormai in Italia ad una fase di collasso premortale nell’assoluta indifferenza degli altri poteri dello Stato.

Ancora oggi purtroppo, a fronte dell’invito a dare continuità ad un progetto di sensibilizzazione sui problemi della giustizia civile che ci giunge dagli organismi Europei, il mio e lo sguardo di tutti noi non può non essere rivolto alle migliaia di cittadini che da anni, se non in taluni casi addirittura da decenni, attendono anche nel settore civile una Sentenza che riconosca un loro diritto …

Per la prima volta però, in virtù del clima di positiva e serena collaborazione fra Consiglio Superiore della Magistratura e Ministero della Giustizia e di dialogo costruttivo fra lo stesso Ministero e l’intera Magistratura si comincia a respirare un’aria nuova, che ha portato il Governo a mostrare una particolare attenzione per questo importantissimo settore del diritto; fra le riforme in atto non possiamo infatti non guardare con vivo interesse anzitutto alle misure del c. d. “decreto sviluppo”, nella parte in cui si fà riferimento proprio al processo civile e alle procedure fallimentari.

Fino a ieri si preferiva concentrare azioni ed attenzioni, magari in modo disordinato, verso la giustizia penale, certamente di maggior impatto sociale e mediatico, piuttosto che verso la soluzione di tutte le questioni attinenti al diritto privato ed alle controversie da esse derivanti.

Da due anni a questa parte ci si è finalmente resi conto che nel settore civile, al di là dal danno per le imprese e per i cittadini derivante dalle spese legali e dal tempo sprecato per portare avanti i processi, il vero costo per l’economia è assai più alto ed è causato dai comportamenti di chi non si fida della giustizia oppure confida nella sua inefficienza per non rispettare regole e contratti … il tutto anche a causa della spaventosa burocrazia del nostro Paese.

Le imprese e le famiglie tengono infatti i capitali bloccati … penso alle migliaia di appartamenti e locali, anche nella nostra Isola, che restano sfitti in quanto i proprietari temono di non riuscire a sfrattare gli inquilini morosi … ma penso anche ai tempi di pagamento, specie quelli dello Stato, che si allungano a dismisura, in quanto i contratti possono essere impunemente ignorati e le procedure di fallimenti hanno i tempi biblici che purtroppo tutti conosciamo … Ed è un dato di fatto che le riforme del lavoro, le liberalizzazioni e la lotta all’evasione mai si potranno realizzare senza una giustizia civile moderna e veloce!

Ecco, il Governo è qui intervenuto con una duplice azione, che, da una parte, incide sul sistema delle impugnazioni, agendo sull’inefficienza della giustizia civile, indicata dalle imprese come uno dei principali ostacoli alla crescita e allo sviluppo degli investimenti esteri e sui meccanismi della Legge “Pinto”, fissando tempi certi per la durata dei processi e dall’altra parte, garantisce la “continuità aziendale” alle imprese in crisi.

Come è noto, si è posto un filtro al sistema delle impugnazioni, incentrato sulla ammissibilità degli appelli civili, con una parziale rimodulazione dei motivi di ricorso in Cassazione … filtro che non scatta però nelle cause in cui è previsto l’intervento del P. M. o quando in primo grado si sia usato il procedimento sommario di cognizione introdotto dalla riforma del 2009, usato raramente, ma molto efficiente, visto che in media le cause vengono definite in meno di un anno, tanto che il “Decreto sviluppo” punta anche a rafforzare proprio il ricorso a questo strumento.

Una novità, quest’ultima, che parte dal presupposto che nel nostro sistema giudiziario civile il 68% dei giudizi d’appello si conclude con la conferma del giudizio di primo grado.

Col nuovo iter processuale il giudice potrà dichiarare l’inammissibilità dell’appello con un’ordinanza, se le possibilità di accoglimento sono pari a zero o estremamente basse; in questo caso la Sentenza di primo grado sarà impugnabile in Cassazione, ovviamente solo per motivi di legittimità.

La norma sul filtro dovrebbe consentire di dichiarare inammissibili circa la metà dei ricorsi in appello, con una riduzione dei nuovi carichi di lavoro di oltre un terzo e una conseguente riduzione dei tempi dei giudizi, che dovrebbero passare dai tre anni di media attuali a poco più di due anni.

E’ stata quindi rivista la Legge fallimentare per migliorare l’efficienza dei procedimenti delle crisi aziendali, correggendo alcuni difetti che non facilitavano l’accesso tempestivo delle imprese al concordato preventivo, come l’insufficiente protezione del debitore durante la messa a punto del piano di ristrutturazione e la mancanza di una disciplina specifica sul concordato “con continuità aziendale” (ora regolata col nuovo articolo 180 bis della L.F.), che consentisse soprattutto il proseguimento dei contratti in corso.

Seguendo il modello della legge fallimentare USA viene prevista la facoltà per il debitore di depositare un ricorso con la semplice domanda di concordato preventivo senza la necessità di produrre tutta la documentazione richiesta in modo da accedere subito alle tutele previste.

Altra novità del provvedimento è quella dell’accesso a un mercato di finanza interinale che consentirà, previa richiesta al Tribunale, di accedere a finanziamenti per pagare i fornitori.

Si tratta di un primo passo per giungere al rispetto di quell’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, in virtù del quale “Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un Tribunale indipendente e imparziale, costituito per legge, il quale sia chiamato a pronunziarsi sulle controversie in ordine ai diritti e doveri di carattere civile o sulla fondatezza di ogni accusa penale formulata nei suoi confronti”.

Degno di rilievo è ancora il decreto legge c. d. “del fare”, che, per quanto attiene alla parte riservata alla giustizia, rappresenta un altro tassello che andrà ad incidere sulla fase del processo civile sia in termini di organizzazione degli uffici giudiziari che sul piano delle regole processuali, in quanto contiene provvedimenti positivi anche se migliorabili.

Così come non può che guardarsi con interesse al ripristino della mediazione civile obbligatoria nell’ambito del D. L. recante misure urgenti per la crescita, che dovrebbe nelle previsioni del Governo consentire di tagliare 1.000.000 di processi in cinque anni.

Un sistema giuridico efficace rappresenta uno dei pilastri sui quali si basa ogni ordinamento democratico ed è triste constatare come fino ad oggi l’Italia sia stata al 158° posto nel mondo nell’indice di efficienza di recupero del credito a causa dei tempi lunghi e della durata media di tali procedimenti, che è di 1210 giorni … un tempo, quest’ultimo, non più sopportabile per le imprese e per i cittadini!

Con questi e con altri interventi che si spera possano esservi ci si augura di poter finalmente abbattere quel clima di illegalità diffusa conseguente proprio alla carenza di tutele e di incertezza dei rapporti umani, ben evidenziati dal disagio dei cittadini e delle imprese e dal freno alla crescita dell’economia stessa.

Ormai è un dato di fatto infatti che, vista la scarsa efficacia della legge penale, la delinquenza a tutti i livelli trovi conveniente dal punto di vista giuridico operare nel nostro Paese, mentre per altro verso, vista la crisi che investe anche e specialmente il settore del diritto civile, finiscono per ridursi gli investimenti dall’estero, in quanto gli operatori onesti sanno che, in caso di contestazioni, sarà difficile trovare una soluzione processuale in tempi accettabili.

Encomiabile appare pertanto il su richiamato progetto di respiro internazionale, tendente a facilitare l’accesso da parte del c.d. “uomo della strada” alla giustizia, si da renderlo pienamente consapevole dei propri diritti in ambito civile, fornendogli tutte le informazioni utili per poterli poi pienamente esercitare.

L’auspicio è che si possa proseguire nella strada intrapresa, operando perché cessi l’aumento a ritmo vertiginoso delle cause civili e perché possano realmente accorciarsi i tempi dei processi: la riscrittura della geografia giudiziaria, tanto contestata da alcune parti, ma da condividere appieno, costituisce un ulteriore tassello per il raggiungimento dei risultati sopra richiamati … un tassello, cui dovrà aggiungersi peraltro ancora quello dell’improcrastinabile aumento degli organici del personale amministrativo, ormai ridotti all’osso, grazie al blocco dei relativi concorsi che dura armai da oltre 14 anni.

L’auspicio ancora – e concludo – è che la Giustizia in genere e quella civile in specie, che oggi soffre per le migliaia e migliaia di cause che non si riesce a portare a decisione, nonostante l’encomiabile sforzo dei magistrati e del personale amministrativo, possa in un futuro non tanto lontano essere degna delle tradizioni di un Paese civile come il nostro.

Cagliari, 25 Ottobre 2013.

Ettore ANGIONI Proc. Gen.






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